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n. 6-2012 - © copyright

 

LUIGI GIAMPAOLINO

Considerazioni generali sulla finanza pubblica


Non posso non esprimere qualche idea di fondo, specie su questa prima parte; poi vi sarà la relazione che, da par suo, il collega Chiappiniello farà, che introdurrà e, soprattutto, poi concluderà insieme al collega, ora Giudice Costituzionale, Carosi, questo convegno.
Nel venire qui mi ero scritto: “l’Italia ha un cuore verde”, come recitava qualche anno fa uno slogan pubblicitario della Regione Umbria; vorrei dire che la Corte dei Conti, per i convegni, ha un suo cuore e sono questi degli uffici della Corte per la Regione Umbria. Iniziò il collega Buscema padre, il collega Principato e adesso il collega Chiappiniello.
E così anche quest’anno il nostro illustre collega, Procuratore Agostino Chiappiniello, ci riunisce per un convegno ed una tavola rotonda dal vasto ed articolato oggetto, in questa splendida cittadina e siamo grati a lui per l’invito, come siamo grati alle Autorità, tutte qui convenute, di questa splendida provincia, dove pulsano l’arte, la natura, l’iniziativa dell’uomo che è uno dei modi tra i più civili di vivere in comunità.
Convegno e tavola rotonda dal complesso – come è stato già detto – e articolato oggetto, dal momento che prende in considerazione non soltanto il corretto utilizzo delle risorse pubbliche, ma anche l’idoneità dei mezzi, della loro tutela e la necessità del loro potenziamento, come recita il titolo.
Il nucleo centrale, quindi, dell’odierno convegno deve individuarsi nelle risorse pubbliche. Argomento di grandissima attualità attesa l’attuale situazione economica, con la quale ogni giorno siamo costretti, oltre che tenuti, a confrontarci e su di essa a riflettere, argomento che si ha cura di affrontare anche sotto alcuni aspetti che riguardano la strumentazione giuridica, sia di ordine sostanziale, sia di ordine processuale, per la loro protezione.
Peculiare è che l’avvio di un tale discorso prenda le mosse dalla finanza degli enti territoriali, da una parte chiamati al rispetto dei vincoli del patto di stabilità interno e, dall’altra, rappresentando uno strumento di spesa tra i più incisivi e vasti, non solo per la parte corrente, ma anche per quella in conto capitale, dopo la riduzione degli ultimi anni, dovrebbe poter trovare maggiore sviluppo per costituire un importante volano per la ripresa economica e che è, dunque, il frutto decisivo per la finanza pubblica in generale.
In questa mattinata sentiremo, come ho detto, oltre le relazioni del Procuratore Generale Chiappiniello, altresì le illustrazioni di due forme di tutela, l’una del Presidente Lamberti, sull’annullamento del provvedimento amministrativo e soprattutto le conseguenze risarcitorie o indennitarie e l’altra del Presidente Buscema, sul giudizio di conto e la sua attualità. Due argomenti che si riavvicinano oggi, ma che furono, ahimè, molto distanti nella storia del diritto amministrativo e contabile. Veramente, con riguardo ad essi, verrebbe da dire che molta acqua è passata sotto i ponti.
Il primo argomento, ovvero l’annullamento del provvedimento con le conseguenze risarcitorie ed indennitarie ha ad oggetto, a ben vedere, l’attività amministrativa che riguarda le risorse pubbliche e quindi, in un certo senso, il momento precedente la sua gestione.
L’argomento però, in una prospettiva storica, tocca un aspetto molto moderno, che solo qualche decennio fa appariva a noi, al mondo, collocato nel campo dell’utopia soltanto a pensarci, il risarcimento dell’interesse legittimo o del diritto soggettivo a seguito dell’intervento dell’amministrazione.
Mondo dell’utopia che, la nostra esperienza personale, sia consentito ricordare, si confonde con il mondo della nostra giovinezza anagrafica e professionale.
Il secondo argomento, ovvero il giudizio di conto e la sua attualità, lancia un fascio di luce in un istituto processuale antico, che una sentenza della Corte Costituzionale, con la sua terminologia, sembra allocare nel diritto naturale.
Questa forza, il rendere conto del denaro altrui davanti ad un giudice terzo, è oggi intimamente cogente e l’avvertiamo in tutta la sua valenza, nei discorsi che proprio in questi giorni ci vengono chiesti e sovente ci viene fatto di fare, a proposito dello sperpero del pubblico denaro, della corruzione, della mala gestio.
In altre occasioni mi è stata data occasione di dire che proprio questa perdita del senso sacrale del pubblico denaro, di cui il conto giudiziale costituiva la celebrazione processuale, è una delle cause degli attuali mali che ci affliggono.
Angelo Buscema ha fatto rivivere l’antico istituto nelle più moderne forme e letture, concretizzando così con esso, e quasi impersonando nella sua figura, per me giovane magistrato, tutta l’attività della Corte dei Conti, il cui motto potrebbe essere: “heri dicebamus” - come anche in un’altra occasione, e proprio con riguardo ad un libro di Angelo Buscema, ho avuto modo di dire – che è verosimilmente l’andamento più proprio di un’attività giurisdizionale.
Noi sentiremo oggi quali nuove forme e quali nuovi suoni questo antico strumento può fornirci. Ed a questo punto l’ambito della mia competenza, nel presiedere questa prima parte della giornata, si chiude.
Nella mia qualità di Presidente della Corte dei Conti, tuttavia, non posso non rilevare l’importanza degli ulteriori argomenti che saranno trattati nel convegno di oggi pomeriggio e di domani, da quelli processuali, per la maggior parte concentrati appunto in quelli di oggi pomeriggio, a quelli di fattispecie, molto particolari e puntuali, come i derivati e i BOC, che suonano così strani all’antico magistrato della Corte, in un panorama di contabilità pubblica, sino ad investire, poi, tematiche di ampia generalità, riguardanti i problemi più attuali delle funzioni della Corte, come le loro collocazioni nell’ambito della nuova governance economica europea, i problemi aperti in tema di giurisdizione e di responsabilità amministrativa e i danni da cattiva gestione delle società pubbliche, delle società appunto in mano pubblica. Offrono tutto questo un vasto e variegato quadro delle competenze della Corte e dei problemi che per esso, in questo momento, si pongono.
Due sono i veri problemi che, in questo momento, alla Corte si pongono. Il primo è quello del suo posizionamento nell’ambito dell’ordinamento quale si va configurando, non più ordinamento soltanto nazionale, ma nel contesto, come ho detto, europeo. Il secondo grande problema che si presenta alla Corte è quale possa essere o debba essere il suo apporto alla contingente situazione economica. Io purtroppo mi dovrò oggi allontanare proprio perché le Sezioni Riunite della Corte affronteranno l’esame del documento di economia finanziaria che appunto il governo ha l’altro giorno approvato al Consiglio dei Ministri e ieri il Presidente Monti ha illustrato al Capo dello Stato.
Le nostre valutazioni, che impegneranno non poco - già hanno impegnato alcuni colleghi nei giorni scorsi - le Sezioni Riunite oggi pomeriggio, per poter poi essere da me esposte nell’audizione di lunedì 23 Aprile, si orientano verso la necessità, oltre che verso misure eccezionali, come le dismissioni di beni dello Stato, di sempre più forti e mirati contenimenti delle spese; la qualificazione della spesa sembra la missione che la Corte debba, per questa evenienza, darsi.
Fuoriesce, come ogni patologia fuoriesce dalla fisiologia di un organismo, la problematica dello sperpero, della mala amministrazione, la corruzione; a tal proposito ho scritto: la vile dazione del denaro per ricevere quanto è dovuto.
Ma tutto questo, come ho detto, fuoriesce da una funzione più propria e più immediata della Corte, che non vorrebbe mai che ad essa si dovesse ricorrere, all’altra sua essenziale ed imprescindibile funzione della ricostituzione dell’ordinamento come momento giurisdizionale nell’assicurazione in questo solo momento, dell’effettività dei beni a cui essa è preposta. Grazie.

 

(pubblicato il 22.6.2012)

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